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Padova città circolare e dell’innovazione culturale

Obiettivo: Puntare/Continuare a puntare su sostenibilità ambientale/ inclusione sociale al contempo evolvendo la competitività economica.

L’attuale modello ‘standard’ delle città si traduce così: 

  • dalle città proviene il 75% del consumo di risorse naturali 
  • tra il 60% e l’80% del totale delle emissioni di gas serra è prodotto nelel città. 

Tale modello segue il paradigma ‘dell’economia lineare’, basata sul prendere (risorse) -usare-gettare. 

Il futuro guarda a economie efficienti, in grado di ottimizzare le risorse terrestri e alleggerire l’impronta dell’uomo sul Pianeta. Il paradigma dell’economia circolare punta su ridurre (il consumo di risorse)-riutilizzare-riciclare.

Tre i principi chiave:

  • minimizzare la produzione di rifiuti e l’inquinamento
  • leggere i prodotti non in termini di possesso ma per l’uso che se ne fa (sharing economy)
  • rigenerare l’ecosistema naturale e urbano (promuovere un sistema urbano rigenerativo ed accesibile)

L’ambizione di eliminare il concetto di scarto, rifiuto e di spreco, si sposa con l’impegno nel mantenere i beni durevoli ed a valore, facendo anche leva su tecnologia e digitale.

 Come possono essere declinati questi obiettivi nell’ottica cittadina? 

  1. Contrastando l’Urban Sprawl, ossia la diffusione urbana disordinata e incontrollata per mezzo di nuove costruzioni, e promuovendo la riqualificazione di aree abbandonate.
  2. Generando una maggiore vicinanza tra il luogo in cui le persone vivono, lavorano e quello in cui si trovano per giocare (“Padova in 15 min”)
  3. Progettando nuove infrastrutture, veicoli, edifici con una combinazione di durevolezza, affidabilità, modularità, facilità di manutenzione (linee guida che devono essere protagoniste nella realizzazione delle nuove linee del tram e di quanto si vorrà far sorgere intorno)
  4. Stimolando cittadini ed imprese a pensare al consumo di risorse all’intero di una catena di produzione/distribuzione/consumo in un’ottica di riutilizzo ( organizzando e gestendo eventi, iniziative, presentazione di casi di successo, …)
  5. Supportando la produzione di energia rinnovabile, incentivando la coperture di certi edifici per sfruttare al meglio il fotovoltaico, ottenendo una rete sostenibile di energia elettrica per alimentare veicoli e infrastrutture.
  6. Puntando sui servizi di sharing (e-car, e-bike, monopattini, scooter, ..)
  7. Sostenendo progetti innovativi e di frontiera; alcuni titoli non esaustivi:
    1. lo smart parking, in grado di ridurre la congestione dovuta alla ricerca del parcheggio
    2. l’urban mining, capace di rigenerare le risorse a fine vita per costruire materie prime seconde, asset utili alla città e a coloro che la abitano
    3. Upcycling, nuovi prodotti definiti da vecchi prodotti a fine vita (Pallet dismessi diventano sedute da esterno, vasche da bagno riutilizzate e riqualificate come fioriere, etc… -> anche qui, delle esposizioni del comune piuttosto che la partecipazione a programmi europei o l’intercettare fiere ed eventi è uno stimolo che l’amministrazione può fornire)
  8. Intervenendo ove possibile sulla tassazione, per favorire chi punta su risorse rinnovabili/rinnovate  e per attività che operano nella conservazione del valore come riuso, riparazione e remanufacturing:

TEMA 2 – PADOVA CITTA’ DELL’INNOVAZIONE CULTURALE

(già indirizzata nel percorso di candidatura a capitale europea della cultura 2025/2026)

Padova è un città dove impresa, università, religione e finanza si intrecciano. E’ un esempio di come possa essere perseguito il benessere sia da un punto di vista economico che culturale.  

L’innovazione può essere la chiave con cui evolvere il nostro modello cittadino. 

Pragmatismo e soluzioni immediate dovrebbero essere contemplate nella declinazione operativa di una vision di medio lungo termine ispirata da valori quali la sostenibilità e l’aperura, come anche la crescita.

Altri candidati parlano di Padova capitale della cultura 2033, ma l’amministrazione uscente ha già intrapreso un percorso per promuove Padova candidata come capitale della cultura nel 2025 o al più nel 2026, in continuità con il riconoscimento Unesco ed il percorso “Padova urbs picta”. Citando le parole della giunta  “la città vuole rappresentare un vero e proprio laboratorio sperimentale [della cultura], dove tradizione e innovazione hanno trovato un loro equilibrio”, e ancora già oggi Padova è “un mosaico di realtà culturali che tutte assieme compongono un bellissimo quadro”.

Considerare la Cultura al centro degli aspetti chiave su cui disegnare il Futuro della Città porta vantaggi all’intera città, in tutte le sue componenti e sensibilità, non solo per la cifra tecnica dell’iniziativa, ma anche per l’ancor maggior risonanza che avrà la ns Città dopo un riconoscimento del genere in termini di turismo e prestigio nazionale ed internazionale.

E l’innovazione della cultura non può passare da un rapporto sempre più stretto e fecondo con l’Università, che va supportata nel suo percorso di eccellenza, così da richiamare i migliori talenti nazionali ed internazionali, e che può integrarsi sempre più nella città: organizzando e sostenendo eventi e iniziative che da un lato, permettano di respirare cultura anche solo passeggiando nella città (e non solo nel centro, si intenda),  e dall’altra offrano concretamente ai cittadini i vantaggi dell’avere in casa una fucina di talenti (esposizioni, workshop, creazioni donate a titolo definitivo, laboratori esperenziali,…) .

La relazione tra Università, scuole superiori, corsi professionalizzanti ed imprese deve essere feconda per congegnare la cultura dell’innovazione, la quale ha bisogno di capacità innovativa, partecipazione collettiva agilità esecutiva. La giunta può e deve supportare l’esplosione e l’esposizione di queste capacità, costruendo gli ‘spazi logici’ in cui mettere in relazione le idee con chi le può valorizzare, la generazione di ‘spazi ubani’ per favorire la partecipazione e un supporto ad una burocrazia più snella per favorire l’azione.

Una città aperta culturalmente, che valorizza le proprie radici ma che è anche orientata a lavorare nell’integrazione di diverse fonti di cultura per arricchire il patrimonio comune, è una città che pone le basi per essere più sicura. Coltivando il senso di appartenenza coltiveremo la Padova del Futuro.

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